"Quello che noi osserviamo è solo una piccola parte di quella che è realmente la realtà, che è più complessa di quanto crediamo"

giovedì 5 ottobre 2017

Draghi Italiani - di Luigi Sauro




Il drago è una delle creature fantastiche più amate di sempre, che popolano la nostra fantasia e i racconti fantastici.

In Italia ci sono anche leggende riguardanti dei draghi, tra cui io inserisco solo alcune leggende di alcune regioni che ho potuto trovare su Internet.


Il più famoso di tutti è senza dubbio il Tarantasio, che secondo una leggenda lombarda, viveva nel lago Gerundo, un lago che adesso è completamente prosciugato. Il lago era situato tra Milano, Lodi e Cremona. Secondo la leggenda, questo drago palustre aveva le ali da pipistrello, la pelle squamosa ed a fasce di colore nero e giallo, aveva le orecchie a punta ed il solito muso da coccodrillo, che sputava fuoco dalla bocca e faceva uscire un fumo nero dalle narici. Questo drago era un animale feroce che osava divorare tutti i bambini e le fanciulle che passavano da quelle zone, nei pressi del lago Gerundo. Tutti gli abitanti di quella zona si lamentarono per la grossa bestia, quando venne un nobiluomo, appartenente alla famiglia Visconti, lo uccise e ne fece un simbolo della sua famiglia. Oggi è simbolo di una nota azienda automobilistica, di una nota azienda di gas ed energia, di cui ha preso forma di un famosissimo cane nero a sei zampe, di un marchio televisivo e di una famosa squadra di calcio lombarda. Ed è anche possibile vedere raffigurazioni e le statue ovunque per le strade di Milano.

Un certo Ulisse Aldrovandi lo ha rappresentato a due zampe, ali da pipistrello, coda lunga e che sputa fuoco.

Secondo alcune leggende, altro non era una raffigurazione per rappresentare Ezelino da Romano, un nobile che era molto feroce e crudele contro il suo stesso popolo.



Un’altra leggenda di un drago italiano molto famoso è il "mostro" del lago di Garda, famoso ad ex equo con il suo parente stretto che dovrebbe vivere a Loch Ness, in Scozia. Questa creatura lacustre Rettiliana è in tutto e per tutto un drago lacustre.



Un'altra leggenda la troviamo anche in Toscana, più precisamente a Borgo di Santa Flora. Nel convento della Selva. Di cui si crede che il conte Guido Sforza di Santa Flora lo abbia sconfitto, perché era un pericolo per gli abitanti del borgo. Gli scettici credono che si tratti di un teschio di coccodrillo del Nilo, un animale sconosciuto agli italiani del dentro e nord Italia, durante il periodo medievale, per questo credevano fosse il teschio di un drago. I siciliani già conoscevano i coccodrilli, dato che, tempo fa, nel periodo del medioevo, c'erano i coccodrilli nei fiumi siciliani. Il teschio del drago è ancora ben conservato nel borgo di Santa Flora, in Toscana.



Un altro drago famoso, ma non quanto i primi citati, lo troviamo più a sud, ad Atessa, una città abruzzese, che tempo fa, esistevano due borghi Ate e Tixia, al centro c'era una zona paludosa di acque salmastre ed acide. A prescindere dai gas tossici, esisteva anche un drago che divorava fanciulli, bambini e ragazze, ma anche altre bestie e persone adulte. Per questo motivo non riuscivano ad incontrarsi l'uno con l'altro, tra le due borgate. Allora chiesero aiuto ad un vescovo che veniva da Taranto, in Puglia, che era di origini turche, ed era già esperto di uccisioni dei draghi, e lo invitarono a venire in queste due borgate, Ate e Tixia. Il vescovo per prima cosa assecondò il drago con delle polpette di carne per una settimana, poi lo legò con delle funi e lo uccise. Da quel punto le acque del lago vennero prosciugate e i due borghi si sono uniti formando una città denominata Atessa. Una costola di questo drago è ancora ben conservata nella chiesa principale e storica della città, anche se gli scettici credono si tratti di una costola di balena, o di un animale preistorico o di un elefante.



A Verona, esiste una via con un "ponte", non è esattamente un ponte, ma si sa che congiunge un palazzo con un altro, e da sotto c'è appeso una costola enorme, forse di un drago, di una balena, di un animale preistorico o di un elefante. Era semplicemente l'insegna di una bottega ormai chiusa.



Un’altra leggenda è a Monteforte d'Alpone, provincia di Verona, che si narra che dove adesso c'è il cimitero del paese, prima esisteva una fossa, che viveva un drago, pronto a divorare i bambini che si aggiravano da soli. Dato le numerose scomparse dei bambini ed adolescenti, il popolo invocò la Madonna, che essa stessa scese dal cielo ed ammazzò la bestia, liberando il popolo da questa sciagura. Ancora adesso c'è una statua della Madonna che calpesta un drago, diventato simbolo del paese e patrona della città. Per gli scettici era una metafora delle enormi piene d'acqua che annegavano i bambini.





Queste sono solo alcune delle leggende di draghi in alcune regioni d'Italia.




Nota di Gioacchino Savarese: 

Questo è il Video di un Ipotetico Drago registrato in Asia, mi farebbe molto piacere se lo guarderete, ovviamente Sempre se vi Interessa: