Il drago è una delle creature fantastiche più amate di
sempre, che popolano la nostra fantasia e i racconti fantastici.
In Italia ci sono anche leggende riguardanti dei draghi, tra
cui io inserisco solo alcune leggende di alcune regioni che ho potuto trovare
su Internet.
Il più famoso di tutti è senza dubbio il Tarantasio, che
secondo una leggenda lombarda, viveva nel lago Gerundo, un lago che adesso è
completamente prosciugato. Il lago era situato tra Milano, Lodi e Cremona.
Secondo la leggenda, questo drago palustre aveva le ali da pipistrello, la
pelle squamosa ed a fasce di colore nero e giallo, aveva le orecchie a punta ed
il solito muso da coccodrillo, che sputava fuoco dalla bocca e faceva uscire un
fumo nero dalle narici. Questo drago era un animale feroce che osava divorare
tutti i bambini e le fanciulle che passavano da quelle zone, nei pressi del
lago Gerundo. Tutti gli abitanti di quella zona si lamentarono per la grossa
bestia, quando venne un nobiluomo, appartenente alla famiglia Visconti, lo uccise
e ne fece un simbolo della sua famiglia. Oggi è simbolo di una nota azienda
automobilistica, di una nota azienda di gas ed energia, di cui ha preso forma
di un famosissimo cane nero a sei zampe, di un marchio televisivo e di una
famosa squadra di calcio lombarda. Ed è anche possibile vedere raffigurazioni e
le statue ovunque per le strade di Milano.
Un certo Ulisse Aldrovandi lo ha rappresentato a due zampe,
ali da pipistrello, coda lunga e che sputa fuoco.
Secondo alcune leggende, altro non era una raffigurazione
per rappresentare Ezelino da Romano, un nobile che era molto feroce e crudele
contro il suo stesso popolo.
Un’altra leggenda di un drago italiano molto famoso è il
"mostro" del lago di Garda, famoso ad ex equo con il suo parente
stretto che dovrebbe vivere a Loch Ness, in Scozia. Questa creatura lacustre Rettiliana
è in tutto e per tutto un drago lacustre.
Un'altra leggenda la troviamo anche in Toscana, più
precisamente a Borgo di Santa Flora. Nel convento della Selva. Di cui si crede
che il conte Guido Sforza di Santa Flora lo abbia sconfitto, perché era un pericolo
per gli abitanti del borgo. Gli scettici credono che si tratti di un teschio di
coccodrillo del Nilo, un animale sconosciuto agli italiani del dentro e nord
Italia, durante il periodo medievale, per questo credevano fosse il teschio di
un drago. I siciliani già conoscevano i coccodrilli, dato che, tempo fa, nel
periodo del medioevo, c'erano i coccodrilli nei fiumi siciliani. Il teschio del
drago è ancora ben conservato nel borgo di Santa Flora, in Toscana.
Un altro drago famoso, ma non quanto i primi citati, lo
troviamo più a sud, ad Atessa, una città abruzzese, che tempo fa, esistevano
due borghi Ate e Tixia, al centro c'era una zona paludosa di acque salmastre ed
acide. A prescindere dai gas tossici, esisteva anche un drago che divorava
fanciulli, bambini e ragazze, ma anche altre bestie e persone adulte. Per
questo motivo non riuscivano ad incontrarsi l'uno con l'altro, tra le due
borgate. Allora chiesero aiuto ad un vescovo che veniva da Taranto, in Puglia,
che era di origini turche, ed era già esperto di uccisioni dei draghi, e lo
invitarono a venire in queste due borgate, Ate e Tixia. Il vescovo per prima
cosa assecondò il drago con delle polpette di carne per una settimana, poi lo
legò con delle funi e lo uccise. Da quel punto le acque del lago vennero
prosciugate e i due borghi si sono uniti formando una città denominata Atessa.
Una costola di questo drago è ancora ben conservata nella chiesa principale e
storica della città, anche se gli scettici credono si tratti di una costola di
balena, o di un animale preistorico o di un elefante.
A Verona, esiste una via con un "ponte", non è
esattamente un ponte, ma si sa che congiunge un palazzo con un altro, e da
sotto c'è appeso una costola enorme, forse di un drago, di una balena, di un
animale preistorico o di un elefante. Era semplicemente l'insegna di una
bottega ormai chiusa.
Un’altra leggenda è a Monteforte d'Alpone, provincia di
Verona, che si narra che dove adesso c'è il cimitero del paese, prima esisteva
una fossa, che viveva un drago, pronto a divorare i bambini che si aggiravano
da soli. Dato le numerose scomparse dei bambini ed adolescenti, il popolo invocò
la Madonna, che essa stessa scese dal cielo ed ammazzò la bestia, liberando il
popolo da questa sciagura. Ancora adesso c'è una statua della Madonna che
calpesta un drago, diventato simbolo del paese e patrona della città. Per gli
scettici era una metafora delle enormi piene d'acqua che annegavano i bambini.
Queste sono solo alcune delle leggende di draghi in alcune
regioni d'Italia.
Nota di Gioacchino Savarese:
Questo è il Video di un Ipotetico Drago registrato in Asia, mi farebbe molto piacere se lo guarderete, ovviamente Sempre se vi Interessa: